Una senatrice australiana durante il suo giuramento in Parlamento ha definito il suo capo dello Stato colonizzatrice.
La regina Elisabetta II è il capo dello Stato dell’Australia, per questo i membri del Parlamento giurano lealtà a lei. Ma lunedì è avvenuto un giuramento alquanto insolito poiché una senatrice aborigena Lidia Thorpe ha definito la Regina Elisabetta II, una colonizzatrice. La senatrice dei Verdi ha formulato il giuramento nell’aula del Parlamento con il pugno destro alzato in segno di protesta contro il passato coloniale britannico e le violenze subite dai popoli aborigeni da cui discende.
“Io, Lidia Thorpe, giuro solennemente e sentitamente che sarò fedele e prometto totale lealtà a Sua Maestà la regina Elisabetta II, la colonizzatrice” ha detto cambiando la formula del giuramento. Le sue parole ovviamente non sono passate inosservate. Sono state accolte con dei rimproveri anche dalla presidente del Senato che l’ha invitata a riformulare il giuramento, leggendo esattamente quello che c’era scritto – senza aggiunte.
La protesta della senatrice aborigena
Ma la protesta della senatrice aborigena australiana non si è fermata. Dopo aver recitato – correttamente – il giuramento, scrive su Twitter: «Sovereignity never ceded». Questo è lo slogan dei popoli aborigeni a sottolineare che la loro sovranità sulle terre australiane non era mai stata ceduta all’Impero britannico. Durante il periodo coloniale dell’Australia, migliaia di aborigeni furono estromessi dalle loro terre espropriati, sottomessi e uccisi.
Il lungo periodo coloniale australiano è terminato dopo più di un secolo nel 1901 quanto ottenne l’indipendenza. Ma ancora oggi fa parte del Commonwealth ed è una monarchia costituzionale il cui capo di stato è la sovrana del Regno Unito Elisabetta II. La discussione sul rendere l’Australia una repubblica parlamentare è sempre accesa per cui tende la maggior parte della popolazione.
La senatrice aborigena Thorpe ha sottolineato l’urgenza di riconoscere la storia precoloniale del paese e dei popoli aborigeni. Queste popolazioni vivono in condizioni precarie di povertà e discriminazione. Gli oltre 700mila aborigeni si mantengono grazie a sussidi statali e subiscono episodi di razzismo tutt’oggi.